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Indice
degli editoriali
2001. Governo Berlusconi.
Accorpamento dei Ministeri Lavori Pubblici e Trasporti in unico
Ministero (Infrastrutture), chiusura dell’Ispettorato per la Sicurezza
della Circolazione, nomina di un Viceministro con delega alla
sicurezza stradale (Mario Tassone) deleghe che il Ministro Lunardi
non ha, però, mai dato nella sostanza al viceministro UDC.
2006. Governo Prodi. Nomina di 102 tra ministri, viceministri
e sottosegretari ma niente delega per la sicurezza stradale. A
nessuno dei due Ministri dello “spacchettato” Ministero delle
Infrastrutture (Trasporti a Bianchi e Infrastrutture a Di Pietro).
La sicurezza stradale per Prodi ad oggi non rappresenta un problema
nonostante in campagna elettorale abbia sostenuto, con una lettera
da noi resa pubblica, un forte impegno su questo tema.
Dal giorno del suo insediamento – il voto alla Camera è del 17
maggio – sono passati 26 giorni (12 giugno mentre scriviamo) e
sulle strade abbiamo avuto altri 650 morti, 1600 invalidi gravi
e sono stati “bruciati” altri 2500 milioni di euro. Sono numeri
a cui siamo ormai “abituati”, non fanno storia, non emozionano.
Rinnoviamo le proposte elaborate negli Stati Generali della Sicurezza
stradale da oltre 50 organizzazioni della società civile, del
mondo dell’impresa, delle professioni:
1. finanziare il Piano Nazionale per la Sicurezza stradale
2. nominare un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri con delega alla sicurezza stradale
3. costituire per legge l’Agenzia Nazionale per la sicurezza stradale
Sono obiettivi programmatici condivisi da Prodi e dalle forze
della sua coalizione ma anche dall’opposizione alla quale chiediamo
un suo coerente sostegno. Se Prodi non vuole aumentare la pletora
dei sottosegretari affidi la delega – perché la sicurezza stradale
è impegno (e responsabilità politica) che deve far capo al Premier
– al Sottosegretario Letta, persona sensibile e competente per
l’incarico. Ma lo faccia con decisione e presto perché non possiamo
assistere ulteriormente a liti da “condominio” tra Ministri.
Alcool e incidenti. Ha fatto discutere la proposta del
Direttore del servizio della Polizia Stradale, Antonio Giannella,
sulla confisca del mezzo per le persone fermate
alla guida e risultate positive al test (almeno 1 mg/l di tasso
alcolemico nel sangue). Se è il mezzo di proprietà della persona
è una buona proposta ma andrebbe perfezionata anche sulla destinazione
dei ricavi della vendita dei mezzi che potrebbero essere molti
e utilmente impiegati. Tali ricavi potrebbero andare ad un apposito
fondo a favore delle vittime di reato stradale in particolare
per la messa in opera di servizi per la riabilitazione, l’assistenza
psicologica e psichiatrica, per campagne di informazione e progetti
educativi promossi dalle organizzazioni non lucrative di utilità
sociale impegnate nel settore. Evitando di fare come per il 5Xmille
per sostenere le attività degli Enti Locali che hanno o dovrebbero
avere fonti finanziarie dallo Stato e utilizzare meglio i proventi
delle sanzioni al codice della strada. Ma al Capo della Stradale
vorremmo dire – così come ai suoi colleghi delle altre Forze di
polizia nazionali e locali – che occorrono più controlli
magari prevedendo anche adeguamenti (sull’esempio dei Paesi europei
più virtuosi) di pene e sanzioni. Perché ad oggi nel nostro Paese
vengono effettuate solo alcune centinaia di migliaia di controlli
mentre in Francia nel 2005 si sono superati i 10 milioni! Ognuno
faccia la sua parte e il suo mestiere e se non ci sono i soldi
- per acquistare la benzina per le auto delle pattuglie, quelli
per acquistare gli etilometri o per pagare il
personale per fare i controlli - chiediamo al Governo, Parlamento
e Enti locali le risorse necessarie. Perché le norme per essere
rispettate hanno bisogno di un impianto sanzionatorio credibile,
realistico ma che va fatto rispettare. Effettività della
norma vuol dire effettività della sanzione e della pena.
Altrimenti restiamo alle chiacchiere.
21.06.06
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